Il mito, la storia, l'ecfrasi: la peste, dal mondo antico alla prima modernità

Di Marco Versiero

 

All’ancestrale scaturigine della civiltà occidentale nella mitologia classica risale la più antica cristallizzazione letteraria della catastrofe della peste: il notorio esordio dell’Iliade la qualifica, senza alcun margine di incertezza, esito dell’intervento divino precipitato sugli uomini come intenzionale castigo. L’espediente narrativo del primo canto del poema omerico, con il sacerdote Crise che implora Apollo affinché punisca l’affronto di Agamennone e il dio che scocca frecce venefiche sugli Achei scatenando la mortale epidemia che susciterà la leggendaria ira di Achille, è spia di una pervasiva religiosità che nella Grecia dell’VIII secolo a.C. (e almeno dalla guerra di Troia di cinquecento anni addietro) presiede le sorti umane, anche nelle sciagure collettive. Eppure, quando in tempi pressoché contemporanei al suo verificarsi, tre secoli più tardi Tucidide diede resoconto storico della peste ateniese, proprio l’inefficacia di ogni vaticinio o supplica volta all’intercessione divina fece da premessa a una lucida ricognizione, tesa a inquadrare l’epidemia in un tangibile contesto mondano, addirittura quale grave punto di cedimento della democrazia della polis di Pericle, per la discutibile scelta dello strategos di accogliervi le già infette masse del circostante contado, invaso dalle truppe spartane. Sin dal principio, dunque, la peste espande fatidicamente il proprio spettro di influenza dalla sfera sacrale a quella secolare, oscillando tra il trascendentalismo della Troia di Omero e il razionalismo dell’Atene di Pericle: la contraddittoria duplicità di questo orizzonte attraverserà in seguito la plurimillenaria narrazione del male epidemico nelle sue più memorabili occorrenze, sin dalla precoce reazione politica di Sofocle svolta in chiave tragica nell’Edipo re, con il sovrano di Tebe capace invece di inviare per tempo il sacerdote Creone all’oracolo di Delfi, per trarne l’indicazione propizia a salvarsi dal morbo.

[…]