A Filadelfia esce, nel 1838, The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, il testo dal quale ha origine la letteratura legata al male, alle malattie, alle pandemie fra Otto e Novecento: la tubercolosi che porta alla morte la giovanissima moglie Virginia... [leggi tutto il testo]
Edgar Allan Poe (1809-1849)
Le masque de la mort rouge, in Nouvelles Histoires Extraordinaries, trad. di Charles Baudelaire; Paris, Calmann-Lévi, 1905 [I edizione: The Mask of the Red Death, in “Graham’s Magazine”; Philadelphia, 1842]; p. 13
Biblioteca Nazionale Braidense, XE. XII. 12
La mort rouge avait pendant longtemps dépeuplé la contrée. Jamais peste ne fut si fatale, si horrible. Son avatar, c’était le sang, - la rougeur et la hideur du sang. C’étaient des douleurs aigués, un vertige soudain, et puis un suintement abondant par les pores, et la dissolution de l’étre. (p. 217)
Jack London (1876-1916)
La peste scarlatta, in “Il romanzo d’avventure”, n. 33, IV, Milano, Sonzogno, 1927 [I edizione: The scarlet plague, in “The London Magazine”; London, June 1912]; copertina e illustrazioni di Attilio Mussino
Biblioteca Nazionale Braidense, Rom. L. 51/4/33 3
Copertina (dopo p. 64)
Thomas Mann (1875-1955)
La morte a Venezia; Milano, Bietti, 1946 [I edizione, Der Tod in Venedig, Munchen, Hyperion, 1912]; pp. 152-153
Biblioteca Nazionale Braidense, Rom. O. 1312
Il numero dei casi di malattia, quelli di morte oltrepassavano i venti, i quaranta, i cento e anche più, ed immediatamente accanto ogni progresso dell’epidemia, quando non era recisamente smentito, veniva ridotto fin’anche ad alcuni casi sporadici di importazione. (p. 152)
Virginia Woolf (1882-1941)
La signora Dalloway; Milano, Mondadori, 1946 [I edizione: Mrs. Dalloway, London, Hogarth, 1925]; illustrazioni di Luigi Broggini; p. 172 e tavola a fronte
Biblioteca Nazionale Braidense, 29. B. 373
E quei fruttivendoli, i quali non si permetteva di fermarsi nella strada coi loro carretti; e le passeggiatrici, santo Dio, come se il male venisse tutto da loro, o dai giovani, e non piuttosto dal nostro esecrabile sistema sociale. (pp. 171-172)
Albert Camus (1913-1960)
La peste; Milano, Bompiani, 1948 [I edizione: La peste, Paris, Gallimard, 1947]; pp. 212-213
Biblioteca Nazionale Braidense, Rom. M. 1218/8
Sì la peste era finita col terrore, e le loro braccia, intrecciandosi, dicevano che effettivamente era stata esilio e separazione, nel significato profondo del termine. (…) Dal momento in cui la peste aveva chiuso le porte della città, non erano più vissuti che nella separazione, erano stati tagliati fuori dal calore umano che fa tutto dimenticare. (p. 213)
Copi [Raùl Damonte Botana] (1939-1987)
Una visita inopportuna, in Teatro, a cura di Franco Quadri, Milano, Ubulibri, 1988 [I rappresentazione: Une visite inopportune; Paris, 16 febbraio 1988]; pp. 312-313
Biblioteca Nazionale Braidense, T. 89. C. 1520
Scena trentatreesima
Cyrille e Regina Morti, morti, l’infermiera.
INFERMIERA (entra con una corona di fiori): Un altro regalo di sua cognata! Che oca! Dimenticare che è morto!
Sipario (p. 313)
Gabriel Garcia Marquez (1927-2014)
L’amore ai tempi del colera; Milano, Mondadori, 1990 [I edizione: El amor en los tiempos del colera, Bogotà, La Oveja Negra, 1985]; pp. 320-321
Biblioteca Nazionale Braidense, LAR. 863. 6 GARCMGAM86
Il passaggio della morte in casa le diede la soluzione. Una volta bruciata la roba del marito, Fermina Daza si accorse che il polso non le aveva tremato, e con lo stesso stimolo continuò ad accendere il falò ogni tanto, buttandoci dentro di tutto, sia vecchio che nuovo, senza pensare all’invidia dei ricchi né alla cattiva coscienza dei poveri che morivano di fame. (p. 321)
José Saramago (1922-2010)
Cecità; Torino, Einaudi, 1996 [I edizione: Ensaio sobre a Cegueira, Lisboa, Caminho, 1995]; immagine di copertina
Biblioteca Nazionale Braidense, LAR. 869 SARAJCE96
Copertina, elaborazione grafica da: Odilon Redon, L’oeil au pavot, 1892.