Il morbo diffuso. La letteratura italiana

Charles Baudelaire, con le sue traduzioni in francese, lingua delle classi colte del sec. XIX, diffonde in Europa la conoscenza di Poe. In Italia, la Scapigliatura si lascia subito catturare dalle sue atmosfere cupe, malate, orrorose: tra i primi, Iginio Ugo Tarchetti, che in Fosca (1869) celebra la seduzione del male che contagia, contamina e reca con sé... [leggi tutto il testo]

Iginio Ugo Tarchetti (1839-1869)

Fosca, racconto; Amore nell’arte: tre racconti dello stesso autore; Milano, 1874 [I edizione: Milano, Treves, 1869]; pp. 214-215
Biblioteca Nazionale Braidense, X++ IV. 5

Quella infermità terribile per cui aveva provato tanto orrore, mi aveva colto in quell’istante; la malattia di Fosca si era trasfusa in me: io aveva conseguito in quel momento la triste eredità del mio fallo e del mio amore. (pp. 213-214)

 

Antonio Manganotti (1809-1892)

Girolamo Fracastoro, La sifilide; recata in versi italiani da A. M.; Verona, Tip. Franchini, 1885; pp. 16-17
Biblioteca Nazionale Braidense, MISC. P 4648 

Ora, poi che dei morbi non solo uno / è di nascere il modo, il discoprirli, / nella parte maggiore è facil cosa; / facile pure han nascimento e sono / nel lor primo apparire assai palesi. / (…) / Di tal natura è l’empia lue… (p. 17)

 

Emilio Salgari (1862-1911)

La città del re lebbroso; Milano, Vallardi, 1914 [I edizione: Genova, Donath, 1904]; copertina illustrata
Biblioteca Nazionale Braidense, ROM. F. 46 

La copertina, illustrata da Gennaro Amato, è quella della prima edizione.

 

Luigi Pirandello (1867-1936)

Il dovere del medico, in La vita nuda. Novelle; Milano, Treves, 1910; frontespizio
Biblioteca Nazionale Braidense, ROM 551

Frontespizio

 

Guido Gozzano (1883-1916)

La vera maschera, in L’ultima traccia. Novelle; Milano, Treves, 1919 [I edizione: in “La Grande Illustrazione”, maggio 1914, pp. 109-115]; pp. 202-203
Biblioteca Nazionale Braidense, ROM. N. 508

L’avrei rivisto tra poco, e il rivedere un amico demente è una cosa tremenda, spaventosa forse come sollevare la lastra marmorea che chiude il cadavere di chi fu caro… (p. 203)

 

Curzio Malaparte (1898-1957)

Peste a bordo, in “La Lettura”, a. XXXVI, n. 8 (1° agosto 1936), pp. 678-683; illustrazioni di Giorgio Tabet; pp. 678-679
Biblioteca Nazionale Braidense - Emeroteca, PER. 708

In tanta sciagura, in tanto lutto e spavento, i soli che mostrino visi lieti e paiano contenti di quell’immenso mortorio, sono i monatti; in gran parte Iloti, venuti da Sparta al seguito di Menelao, miserabili schiavi che ora, approfittando della morìa e dell’orribile ufficio al quale son costretti rialzano il capo… (p. 679)

 

Dino Buzzati (1906-1972)

La peste motoria, in Sessanta racconti; Milano, Mondadori, 1958; pp. 524-525
Biblioteca Nazionale Braidense, ROM. N. 4469

Ed ecco il morbo ridestarsi con esacerbata furia. Lo spettacolo di vetture fulminate dalla peste per la via divenne la cosa più normale. (…) Lugubri tonfi e scrosci uscivano allora da quei mostri, finché una sorta di ululato sibilante annunciava l’obbrobriosa fine. (p. 525)

 

Giuseppe Berto (1914-1978)

Il male oscuro; Milano, Rizzoli, 1964; p. 4, dopo il frontespizio
Biblioteca Nazionale Braidense, COLL. IT. O. 189 / 21 / A Esergo