Testo completo

Già entro il 1812, non solo per la materia sanitaria ispirata all’ode pariniana (sebbene occasionata dalla lettura di alcuni passaggi di un trattato medico di Luigi Sacco) ma anche per l’atmosfera e l’ambientazione (riassunte per lettera all’amico Claude Fauriel nella triade Lombardie, montagnes et tradition), l’incompiuto poemetto idillico provvisoriamente intitolato La Vaccina lasciava affiorare nel giovane Manzoni complesse istanze destinate a riemergere con maggiore empito ne I Promessi Sposi, a un tempo storia milanese e romanzo della peste. Preparata da un intenso lavoro di correzione delle bozze che implicava il rifacimento di intere parti, la prima edizione del capolavoro in mille esemplari, detta “ventisettana” perché licenziata e diffusa nel 1827, vedeva in realtà la luce già dall’estate del 1824 con l’avvio della composizione tipografica presso Vincenzo Ferrario, con il primo di tre tomi (comprendente i primi undici capitoli) stampato in autunno, il successivo (capitoli XII-XXIV) a distanza di un anno e il terzo (capitoli XXV-XXXVIII) edito solo nell’estate del 1827 (benché il frontespizio riporti l’anno precedente). L’inesausto e tormentato iter creativo conduceva, a seguito del fondamentale soggiorno in Toscana, all’ulteriore revisione linguistica della definitiva edizione presso Guglielmini e Redaelli (la “quarantana” pubblicata a dispense tra il 1840 e il 1842, poi in unico volume), nell’altissima tiratura di diecimila esemplari. “Male”, “calamità”, “disastro”, “accidente”, la peste è per Manzoni in ultima istanza un “orribile flagello” capace di sferzare la contraddittoria società seicentesca, scuotendone le fragili fondamenta materiali, morali e politiche: lungi dall’offrire un mero contesto di sfondo, essa agisce da latente e insidioso protagonista in maniera decisiva sulle vicende umane (individuali e collettive) che il romanzo racconta ed è perciò prioritariamente fatta oggetto di una accurata e drammatica digressione storica, che occupa i capitoli XXXI e XXXII sospendendo il filo della narrazione.

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