Formatosi come disegnatore con Giovanni Beltrami, Gallo Gallina manifesta presto un profondo interesse per la pittura storica, unendo all’attività di pittore quella di incisore a partire dal 1818. Autore per la Casa Ricordi di trenta figurini teatrali tra il 1827 e il 1834, l’artista cremonese si dedica parallelamente per lo stesso editore alla realizzazione dell’opera per la quale resterà maggiormente noto: la serie di dodici litografie raffiguranti altrettanti episodi de I Promessi Sposi, minuziosamente preparata da ottanta disegni oggi custoditi al Fondo Manzoniano braidense. Sebbene la loro progressiva pubblicazione e diffusione sia avvenuta tra il 1828 e il 1830, le illustrazioni risultano documentate già dal 1827: la loro invenzione fu evidentemente stimolata tanto dall’uscita della prima edizione del romanzo, quanto dalla competizione con il rivale Roberto Focosi, cimentatosi negli stessi anni in una serie di tredici scene stampate da Giuseppe Vassalli. L’immediato apprezzamento fruttatogli dalle litografie manzoniane (presentate in esemplari acquerellati all’Esposizione di Brera nel 1830, con buon successo di critica) convinse Gallina a richiedere nel 1829 la patente per un proprio stabilimento litografico, che aprì solo nel 1833. Il suo scrupolo documentale nell’aderire ai momenti salienti del romanzo (seppur manchevole della formale convalida manzoniana), tanto nella ricostruzione ambientale quanto nei dettagli di costume, è stato universalmente riconosciuto. Il grande formato di queste illustrazioni ne svela la destinazione ad uso di suppellettile di arredo piuttosto che di corredo editoriale al romanzo. Annunciate e proposte in vendita il 19 luglio 1828 con un prospetto di sei fascicoli a cadenza mensile, furono oggetto di un contratto stipulato il 20 ottobre di quell’anno con la Casa Ricordi, la cui scelta di stamparle sia come tavole sciolte sia raccolte in album ebbe larga fortuna, testimoniata dalla loro riproposizione nelle acquetinte del fiorentino Francesco Corsi per l’editore Batelli.