La prima edizione del romanzo conobbe un’ampia e duratura diffusione in Europa: tra il 1828 e il 1838 fu ripubblicato in nove lingue parlate nel continente, con preponderanza di traduzioni in francese (ben dodici). Proprio questo capillare e immediato successo della “ventisettana” rese per contro meno tempestiva e pervasiva la ricezione estera della “quarantana”: con la sola eccezione della Francia, dove anche l’edizione definitiva venne prontamente tradotta, le altre nazioni europee tardarono sin quasi per una decade a diffonderla nelle rispettive lingue. Favorita dalla mancanza di un’adeguata legislazione italiana in materia di diritto d’autore, l’incontrollabile infedeltà dei traduttori stranieri e la disinvoltura piratesca di editori non autorizzati seppero arginare anche le normative di settore già esistenti in Francia e Regno Unito, causando a Manzoni - per sua stessa ammissione epistolare - un notevole fallimento economico, con appena la metà dell’iniziale cospicuo investimento per la “quarantana” (ottantamila lire milanesi) recuperato nei ricavi diretti di vendita. Ne risultò perlopiù pregiudicata, a sua volta, la qualità editoriale, con le raffinate illustrazioni di Gonin spesso sostituite da altre più grossolane e a buon mercato. La selezione, qui offerta in visione, di traduzioni illustrate tardo-ottocentesche, nelle quattro principali lingue europee (spagnolo, francese, tedesco, inglese), ponendo all’attenzione per ciascuna un’apertura congruente con il tema della peste, è integrata dalla presentazione della notevole nuova edizione italiana primo-novecentesca, data alle stampe da Hoepli con tavole eliotipiche firmate da Gaetano Previati (esponente e teorico del divisionismo), a dimostrare che la fortuna del romanzo, nel tempo e nello spazio, si è sempre anzitutto riverberata - in Italia e all’estero - nella sua lingua originale.